giovedì 7 ottobre 2010

Romanzo "La morte vola" Adolescenti a quarant'anni svegliati da una tragedia

Rifiutare di crescere a quarant’anni suonati. Simulare spensieratezza, eppure sentire che un pezzo d’anima sta morendo. E’ la sfida quotidiana di Gio, ex ragazzo che porta nel cuore gli accordi psichedelici dei Doors e l’energia dei Led Zeppelin. La storia di Gio si racconta nel romanzo “La morte vola” di Giorgio Bianco, giornalista del “Corriere di Chieri” e scrittore per passione. Il libro sarà presentato questa sera, venerdì, alle 18,30, alla Libreria della Torre di via Vittorio Emanuele 34. Gio, il protagonista del romanzo, nel quale Bianco si riconosce, ha tre amici, scapoli e sospesi nel tempo come lui. Una notte passeggiano in una Torino massacrata dalla calura di luglio. All’improvviso uno di loro sparisce. Il mistero sconfinerà nella follia, e finalmente esploderà come una bomba. Così i tre superstiti diventeranno schegge sparate a migliaia di chilometri l’una dall’altra. Perdersi? No, ritrovarsi nel coraggio d’incamminarsi ognuno lungo la propria strada. Anche a costo di varcare l’oceano, il cui blu profondo odora di morte. Sullo sfondo scorrono le immagini di quattro sogni nati da un amore tragico e meraviglioso. Completano l’affresco una dolce madre “adottiva”, uno strano viaggio in Colombia, un’occasione inattesa. Il mistero è tutto da scoprire nel volume edito da Excogita (Milano, Collana Voluminaria giallo, 250 pagine, 16 euro). Quella di Bianco è una delle cinque opere scelte dalla libreria per una rassegna gratuita destinata a puntare i riflettori sulla letteratura che nasce nel Chierese. E’ la seconda fatica del giornalista- scrittore dopo il giallo già pubblicato da Excogita nel 2008. «Mi dicono che diventerò un grande scrittore soltanto quando riuscirò a “uscire da me stesso”. Significa che dovrò smetterla di identificarmi nei personaggi protagonisti delle mie storie. Però, se vogliamo, un passo avanti l’ho già fatto: se nel primo romanzo ero un giornalista, come effettivamente sono, nel secondo divento un traduttore di manuali per l’industria. Nel terzo, chissà, potrei essere un artista mancato!». Tutti gli scrittori mettono del resto qualcosa di sé e della loro vita nei loro libri: «Io ci ho messo una Torino matrigna, ma che amo, anche se la mia vita, quella “che conta”, è da sempre in provincia». Ma come ogni “umanista”, o presunto tale, Bianco è afflitto da una grande paura: «Quella del tempo che passa. Ma non è vera paura: è più incapacità di comprendere. Sono un “adulto per sbaglio”: non appartengo più al mondo dei ragazzini, ma non capisco nulla di quello dei “grandi”, anche se me faccio parte». In realtà Gio, ne “La morte vola” alla fine riuscirà a crescere. Un po’ per sbaglio, un po’ senza accorgersene: come capita a tutti quelli che amano la vita.


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