giovedì 28 ottobre 2010

L'Arco perde i pezzi ennesimi restauri?

Non ha un bell’aspetto, l’Arco di Chieri. Il più importante monumento “laico” della città perde i pezzi a mezza altezza, ed è imbrattato di scritte (bestemmie comprese) fin dove si può arrivare con un pennarello. Ma una scadenza importante è alle porte: quella dei 150 anni dall’Unità d’Italia. All’interno del monumento, nel 1913 venne collocata una lapide che ricorda i quattro protagonisti del Risorgimento: Vittorio Emanuele II, Cavour, Garibaldi e Mazzini. E allora mettendo insieme tutto, cioè prossimo centocinquantenario, memorie risorgimentali e attuale degrado, non sarebbe una bella idea salutare il 2011 con l’Arco restaurato? «Sicuramente una bella idea – afferma il sindaco Francesco Lancione – Però il problema sarà quello di trovare i soldi sufficienti, dato che il bilancio di quest’anno è ultra- ridotto». Quindi l’Arco resterà così com’è? «Non è detto.Verificherò con i tecnici la possibilità di intervenire. Cercheremo dei finanziamenti o degli sponsor». Per agevolare le decisioni della Giunta, potrà essere utile ascoltare il parere dell’architetto Gianfranco Gritella che, nel 2002, ha diretto i radicali restauri dell’Arco.«Un restauro, in assenza di manutenzione, può aprire la strada a un degrado più rapido di quello che si ha se non si interviene – spiega il professionista – Tant’è vero che, a lavori completati, nel 2002 abbiamo anche consegnato le indicazioni sulle cure annuali da prestare al monumento». Il documento è probabilmente rimasto a prendere polvere in un cassetto, oppure è andato disperso. Vogliamo allora elencare che cosa sarebbe necessario fare, per riportare l’Arco all’onor del mondo? «Con un cestello, si dovrebbe verificare la condizione delle grondaie e di faldali – elenca Gritella – Allo stesso tempo, test effettuati con un igrometro consentirebbero di valutare un eventuale eccesso di umidità, di cui andrebbe cercata l’origine ». In seguito si dovrebbero rimuovere le efflorescenze saline e gli intonaci degradati: li si dovrebbe poi ripristinare e ridipingere. Un occhio di riguardo andrebbe prestato al pilone di sinistra (guardando all’arco con le spalle a piazza Cavour), perché a rischio di infiltrazioni d’acqua in arrivo dalle case vicine.Nel caso,andrebbero applicati prodotti specifici per eliminare l’eccesso di umidità. «Nella parte più esposta, si dovranno rimuovere i depositi di guano di colombo – prosegue l’architetto – Molta attenzione dovrà essere posta alla faldaleria in piombo: un distacco apre la via a pericolose infiltrazioni d’acqua, la peggior nemica dell’Arco». Con l’occasione varrà la pena di salire nella cella dell’orologio, per controllare che i meccanismi siano in buono stato e verificare la tenuta dei serramenti. L’elenco non è da poco. Ma lei sarebbe in grado di tracciarvi sotto una linea ideale, per scrivere un numero: quello degli euro necessari a pagare i lavori? «Non un numero preciso, ma almeno una buona stima – replica Gritella – Credo che ce la si possa cavare con una cifra compresa tra i 6 e i 10.000 euro».


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