lunedì 26 maggio 2014

Martano e Lancione al ballottaggio

Ci vorranno due settimane e un secondo turno di votazioni per decidere chi sarà sindaco. La scelta è tra i due pediatri di professione: da una parte, Claudio Martano, pd, dall’altra, Francesco Lancione, primo cittadino uscente. Il primo è il favorito grazie al 42% dei consensi ottenuti domenica. Il suo avversario si ferma dodici punti più indietro, a quota 30%. Bisognerà capire dove finiranno i voti dei sei gruppi rimasti fuori dalla “sfida finale”: in primis, c’è il Movimento Cinque Stelle.


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martedì 13 maggio 2014

In vista delle europee, un confronto con Emilio Cornagliotti

Qual è la differenza fra Consiglio europeo e Consiglio d'Europa? Funziona meglio una federazione o una confederazione?
A spiegare dal vivo fasti  e criticità dell'attuale Unione Europea in vista del voto del 25 maggio l'associazione culturale "Quelli che... Cesare Lombroso", in collaborazione con il bisettimanale Corriere di Chieri, ha programmato oggi, mercoledì 21 maggio, alle 21 nella consueta sede della sala conferenze della tessitura Fil Vasino di corso Torino 62 a Chieri il segretario regionale del Movimento federalista europeo,  Emilio Cornagliotti. Ingresso libero.
Il suo intervento toccherà l'euroscetticismo, la  situazione dell'Italia, le strutture di governance delle istituzioni europee, le sfide politiche per il futuro.
MFE è un movimento apartitico che venne  fondato da Altiero Spinelli e da altri intellettuali antifascisti come  Ernesto Rossi. L'UE è vista come un passaggio per arrivare all'istituzione  di una federazione, i cosiddetti Stati Uniti d'Europa, i soli a garantire una reale ed efficace politica comune. "Siamo - sottolinea Cornagliotti  - un movimento transnazionale, non solo europeo. Ci definiamo apartitici,  proprio per questa nostra vocazione europeista e federalista in generale.Tra  i nostri associati c'è gente di ogni credo politico".
Dopo una rapida premessa sui concetti di base (federazione e confederazione, nazionalismo e populismo  etc.) si entra nel vivo della materia (Euro sì, Euro no, più Europa, meno Europa) sulla quale si gioca il nostro futuro quotidiano. Cornagliotti  spiegherà le ragioni di chi spinge da una parte e chi dall'altra. Essere  consapevoli degli scenari possibili che si apriranno nell'immediato futuro ci aiuterà a votare con consapevolezza il prossimo 25 maggio.  

 


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sabato 10 maggio 2014

Nel programma di Martano No alla Tangest e obiettivi sino al 2030

Claudio Martano e la coalizione “Chieri Bene Comune” guardano al lungo periodo. Il loro primo obiettivo s’intitola “Chieri 2030”, perché è «necessario andare oltre il 2019». In concreto, la città deve essere capofila del territorio, rifiutando la Tangest e migliorando i collegamenti coi dintorni: 30 barrato in corso Buozzi e fermata del treno alle Maddalene. Quindi c’è il no alla vendita delle cubature “trovate” dalla Giunta Lancione e il sì all’ampliamento dell’isola pedonale. Ma grande attenzione viene rivolta al sociale, ai diritti e al turismo: l’ex Scotti, per esempio, potrebbe ospitare un campeggio.

 

Scarica il pdf del programma completo della coalizione "Chieri Bene Comune"

 

 

 


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giovedì 8 maggio 2014

Il minibus gira ma il disabile di Riva rimane a terra

«Se si progetta un servizio, deve essere per tutti». nvece lui, costretto sulla sedia a rotelle, sul Mebus non può salire. Il Mebus è l’autobus a chiamata, entrato in servizio a metà marzo. La denuncia è del 56enne Davide Baldi. Vorrebbe usarlo, però il furgoncino non ha una pedana sollevatrice. Ma anche se l’avesse, le fermate non sono attrezzate, a Riva come negli altri paesi che hanno concordato il servizio da un anno.

<+corsivo>«Non parlo solo per me, ma anche per tutti gli anziani che hanno problemi a camminare, che spesso sono accompagnati in carrozzina, e potrebbero usare il Mebus a chiamata, ma non lo fanno»<+tondo>. Il rivese, affetto da distrofia muscolare progressiva, è costretto sulla sedia a rotelle da 7 anni. Impiegato alla sede della banca San Paolo di piazza Cavour a Chieri, ogni giorno deve fare circa 4 chilometri per andare al lavoro. 

<+corsivo>«Normalmente utilizzo la mia auto, attrezzata per la guida di un disabile<+tondo> - introduce - <+corsivo>Ma a causa del rinnovo della patente per circa un mese non ho potuto guidare». <+tondo>Non potendo usare il Mebus si è aggiustato come poteva: <+corsivo>«Per 10 giorni, approfittando del bel tempo, ho fatto Riva-Chieri sulla pista ciclabile. Negli altri ho dovuto mobilitare tre persone». 

<+tondo>Il bus da 19 posti della Vigo non ha la pedana sollevatrice perché non è obbligatoria sui mezzi di piccole dimensioni. <+corsivo>«Così stabilisce l’ultima delibera regionale sul piano degli autobus<+tondo> - motiva Giovanni Vigo, gestore dell’impresa di trasporto privato - <+corsivo>Oltre a questo, le fermate dovrebbero essere attrezzate e non lo sono»<+tondo>. Ma non finisce qui: <+corsivo>«Soprattutto nei percorsi di collina, certe strade non hanno le dimensioni sufficienti per tirare fuori la pedana».

<+tondo>Il servizio a chiamata, nato nel 2008, ma nel chierese solo da un anno, sta crescendo, soprattutto per via della soppressione di alcune linee collinari. <+corsivo>«L’Agenzia per la mobilità ha tagliato circa 36.000 chilometri di percorso<+tondo> - ripercorre Vigo -<+corsivo> Per questo il servizio a chiamata ha avuto un salto notevole».<+tondo> Soprattutto dal mese di aprile, quando è passato da 1.200 a circa 2.500 km. 

In ragione di quest’aumento, la Vigo sta valutando di acquisire un nuovo mezzo. <+corsivo>«Si potrebbe acquistare un autobus attrezzato al trasporto dei disabili <+tondo>- si sbilancia Vigo - <+corsivo>Indispensabile è però ottenere un contributo regionale, come avviene per i mezzi pubblici».

<+tondo>Una soluzione che non sarà però realizzabile in tempi brevi secondo Cesare Paonessa, dell’Agenzia  per la mobilità metropolitana. <+corsivo>«Il regolamento del Mebus prevede il trasporto disabili, però  necessita degli autobus attrezzati: non tutti i mezzi vecchi sono ancora stati sostituiti, come nel caso di quello che opera nel chierese<+tondo> - riconosce - <+corsivo>Gli autobus con pedana sono utilizzati maggiormente nella zona di San Mauro, dove c’è più richiesta. E’ chiaro che attivare un servizio di questo tipo dove la domanda è scarsa, diventa oneroso, ma è altrettanto vero che se non diamo ai disabili la possibilità di spostarsi, loro non ci provano neanche». 

<+tondo>Oltre alla deroga regionale, c’è un ulteriore problema. <+corsivo>«Gli autobus piccoli, che per un servizio a chiamata sono i più idonei, hanno un motore meno potente e la pedana sollevatrice ha un certo peso: per questo vengono in genere costruiti senza posto disabili». 

<+tondo>Paonessa propone una soluzione alternativa: <+corsivo>«Al momento la corsa si prenota il giorno prima: se si prenotasse con più anticipo, l’azienda avrebbe il tempo di organizzare i mezzi in modo da metterne a disposizione uno più grande, con la pedana per i disabili».

<+tondo>Secondo Baldi la soluzione ottimale sarebbe invece allungare fino a Riva il tragitto dell’autobus 30 della Gtt, già attrezzato per i disabili. <+corsivo>«Magari prolungando solo alcune corse, creando un 30 bis»<+tondo>, abbozza il rivese. 

Ma questa è un’ipotesi troppo onerosa per l’Agenzia, che ha visto le sue risorse tagliate del 24% dal 2010 a oggi. <+corsivo>«Tre km sembrano pochi, ma è un prolungamento di tempi e costi significativo per ogni corsa<+tondo> - spiega Paonessa - <+corsivo>Allungare solo qualche 30 non è praticabile: salterebbe il coordinamento di tutte le corse»<+tondo>. Più possibilista, invece, sull’introduzione di navette tra il capolinea del 30 e Riva. <+corsivo>«Un servizio di questo tipo si potrebbe sperimentare, ma la copertura finanziaria deve essere a carico dei comuni interessati».

<+tondo>Secondo Baldi il Mebus ha dei problemi anche dal punto di vista degli orari. <+corsivo>«Comincia alle 8,30: troppo tardi per i pendolari. Anche in questo caso è servizio pensato solo per alcuni e non per tutti».

<+tondo>Su questo punto ribatte il sindaco Lodovico Gillio. <+corsivo>«La filosofia del Mebus è coprire gli orari in cui non circolano gli altri mezzi di linea: al mattino presto e negli orari delle scuole sono attivi su Riva gli altri bus della Vigo».

<+tondo>E’ chiaro che su Riva si parla di piccoli numeri per attivare qualsivoglia servizio di trasporto disabili: si contano sulle dita di una mano le persone che viaggiano autonomamente in carrozzina. Anche il Mebus, attivo a Riva dal 17 marzo, ha per il momento prodotto piccoli numeri: 3 sono state le chiamate a marzo e 12 ad aprile. 

<+corsivo>«Bisognerebbe copiare dai nostri vicini francesi<+tondo> - conclude Baldi - <+tondo>Sono stato in vacanza a Saint Malo, eravamo in due in carrozzina, ma abbiamo potuto viaggiare su tutti i mezzi pubblici, soggiornare in campeggio e visitare le città senza problemi. Apprezzo l’impegno di potenziare il trasporto tra Chieri e Riva, ma si può fare di meglio».

<+tondo><+firma_coda>Chiara Paolillo


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mercoledì 7 maggio 2014

Oasi oppure canile abusivo?

Asl e Municipio vogliono chiudere “Il Nido di Barbara”. Per loro sarebbe un canile abusivo, realizzato in un’abitazione in strada Tetti Manera 9, ai Falcettini: «Non rispetta le norme igienico-sanitarie», si legge in un’ordinanza firmata da Andrea Verucchi, capo dell’ufficio tecnico comunale. Ma la padrona di casa, Barbara Cauda, ribatte: «Il mio non è un canile ma un’oasi in cui gli animali sono curati e stanno bene».

Le accuse degli enti pubblici risalgono al 13 marzo: il dipartimento veterinario dell’Asl To5 effettua una verifica dell’area insieme alla Guardia forestale. Trova 26 cani di razze e sessi diversi: 17 sono intestati a Cauda, 6 arrivano provengono da altre regioni o proprietari; 3 sono cuccioli di provenienza sconosciuta. All’esterno ci sono recinti e box dedicati al ricovero degli animali. Ma i controlli non riguardano solo la struttura: «Secondo la banca dati dell’anagrafe canina, nel 2013 risultano 26 passaggi di cani nella struttura. Su internet si legge che il Nido di Barbara svolge attività di pensione, ricovero e affido. Quindi è un canile, ma non autorizzato».

E, secondo veterinari e forestali, privo dei requisiti necessari. L’elenco delle mancanze è lungo: i luoghi in cui sono detenuti gli animali non sono facilmente lavabili e disinfettabili; non esistono canali di raccolta delle deiezioni e scarichi adeguati; non esiste un luogo dove tenere in osservazione gli animali provenienti da zone a rischio di malattie infettive; non c’è un locale per gli interventi veterinari; non è presente un deposito per gli alimenti né un controllo sulla possibile proliferazione dei topi; non sono state svolte le opportune verifiche, da parte dell’autorità competente, per stabilire se il luogo sia idoneo ad ospitare una industria insalubre; non ci sono controlli sullo smaltimento dei reflui.

Per tutti questi motivi, l’Asl ha chiesto l’intervento del Comune. L’ordinanza di Verucchi del 17 aprile, infatti, impone lo sgombero degli animali presenti in strada Tetti Manera 9. Cauda ha trenta giorni per eseguire:«Invece sono loro a dover ritirare il provvedimento. Altrimenti farò ricorso al Tar».

Poi ribatte punto su punto alle accuse degli enti pubblici: «Chiedo da anni al Comune di darmi l’autorizzazione: non è necessaria ma mi eviterebbe questi problemi. Perché ai Falcettini c’è semplicemente la mia abitazione. Infatti i cani sono intestati a me: ci sono numerose sentenze del Consiglio di Stato che non pongono limiti al numero di animali di affezione. A meno che non si tratti di un canile o di una pensione». 

E’ proprio ciò che sostengono anche Asl e Municipio. E lo confermerebbe anche il sito internet del Nido di Barbara: «No, facciamo solo da tramite per le adozioni. E non prendiamo cani di famiglie che vanno in vacanza: ce li lasciano solo in caso di emergenza».

Però l’abitazione non rispetterebbe i requisiti necessari per il ricovero degli animali: «Invece ho l’infermeria, il deposito per gli alimenti e il locale per gli animali malati: i veterinari non me li hanno chiesti».

Cauda si definisce soltanto un’amante dei cani che vuole solo fare del bene. Per questo è anche presidente di un’associazione animalista: «La mia è una missione. Mi occupo anche di cani picchiati e maltrattati, cui mi dedico per 24 ore al giorno: adesso, dopo tanta fatica, dovrei metterli in un canile? Qui sono più seguiti e liberi».

 


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Tutti i candidati 2014


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venerdì 2 maggio 2014

Dove va la lingua italiana

Sarà Gianluigi Beccaria, il maggiore studioso della lingua italiana, affermato e autorevolissimo critico letterario, il prestigioso ospite invitato dall’associazione culturale “Quelli che…Cesare Lombroso”. L'appuntamento è per sabato 10 maggio alle 16,30, nella sala conferenze della fabbrica FIL dei fratelli Vasino a Chieri in via Torino 62. Ingresso libero, ampio parcheggio
Beccaria, professore emerito di Storia della lingua italiana all’Università di Torino, ha diretto il noto “Dizionario di linguistica, filologia metrica e retorica” per la casa editrice Einaudi. Membro dell’Accademia della Crusca, dei Lincei e delle Scienze, cura la rubrica “Parole in corso” per “Tuttolibri” ed è anche personaggio noto agli spettatori della tv per aver condotto a Rai3 il programma “Parole mie”.
Contro ogni forma di becero nozionismo, fine uomo di cultura, quella vera, Beccaria dibatterà sul tema “Dove va la lingua italiana. I pericolosi effetti civili e di manipolazione verso chi non conosce il reale significato delle parole nell’era dei media”
Sono tristi quelle case senza libri, ci ha ricordato di recente Beccaria: solo attraverso la lettura ci arricchiamo sviluppiamo la nostra autonomia e libertà di pensiero. Ci sono autostrade di informazioni che ci arrivano e non possiamo commettere l’errore di appiattirci culturalmente, perché siamo diventati nel frattempo facili prede di incantatori interessati. Anche questo è rispetto della legalità e per questo l’associazione “Lombroso” vuole affrontare la questione.

 


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