lunedì 20 giugno 2011

''Il malato e' favorevole piu' perplessi i parenti''

Scegliere di lasciarsi morire. Dichiarare in anticipo d’essere contro l’accanimento terapeutico. E’ il delicatissimo concetto del “fine vita”, che sempre più spesso scuote gli animi delle persone. I livelli del coinvolgimento nella questione sono molteplici: etico, morale, religioso, politico, ideologico o molto più semplicemente emotivo. Intanto, dal punto di vista legislativo, pare che entro giugno anche l’Italia potrebbe avere una legge sul testamento biologico. Ma parlando con la gente, per strada, gli intervistati dal “Corriere” sembrano faticare a distinguere biotestamento da eutanasia. Disinformazione? Confusione? Paura? Soprattutto l’opinione cambia dal caso ipotetico a quello reale. Un fatto è certo: i chieresi, se possono, sfuggono all’argomento. Se poi accettano di essere intervistati, concedono poche e contraddittorie risposte. Inoltre, in pochi vogliono metterci il nome.


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