giovedì 16 giugno 2011

E'valia cerca un'anima e trova 30mila visitatori

Luci, ombre e casualità. In sintesi estrema è questo il bilancio di “èvalia - Pellegrini, cavalieri e giullari nella Chieri medievale”. Una manifestazione che, a ben guardare, fatica a comunicare già dal nome. Per sapere di che cosa tratti, infatti, occorre sapere che una volta a Chieri c’era la festa del teatro di strada che si chiamava “è strada”. Bisogna pensare anche a una parola che non esiste, “medievalia”, e poi tagliare e cucire: ne esce “èvalia”, termine che la maggior parte del pubblico prende per buono ma non comprende. Questo è però un dettaglio, che introduce all’analisi dell’edizione 2011, la seconda dopo aver mandato in pensione la rievocazione intitolata “Borgo di Landolfo”. Partiamo dal clima, cioè l’aspetto di imponderabilità. L’assaggio di diluvio universale che sabato scorso si è abbattuto su Chieri ha sconvolto il programma, e solo per miracolo non ha costretto i gruppi storici a smontare le tende e ad andarsene la domenica mattina. Ma piogge a intermittenza c’erano già state a partire da venerdì: è stato abile il direttore artistico Francesco Longo a ribaltare il suo palinsesto, spostando al pomeriggio di domenica spettacoli che si sarebbero dovuti tenere la sera precedente. «E non è tutto - aggiunge Longo - Anche i fuochi d’artificio della domenica sono stati anticipati, per evitare che la pioggia bagnasse le cariche». Ma iniziamo dalla sfilata del venerdì. Con meno pubblico del dovuto causa pioggia, ha percorso un’isola pedonale in penombra e poi, giunta in piazza Mazzini dove la compagnia Cochlea attendeva per il suo spettacolo, ha tirato diritto: su fino a San Giorgio, e poi giù per il colle, in modo da arrivare in piazza Mazzini percorrendo via Albussano. Una sfilata, da piazza Mazzini in poi, fatta per pochi intimi, e al buio: ne valeva la pena? Tanto più che il propagandato lancio di 150 mongolfiere tricolori era saltato, causa divieto dei vigili del fuoco: ma un’autorizzazione del genere non andrebbe chiesta prima di inserire in programma l’evento? Altro aspetto debole: il blocco delle attrazioni dal mattino fino al primo pomeriggio: troppo poco per giustificare una visita a Chieri già a partire da quell’ora. Anche perché, altro punto dolente, la “Tavernaèvalia”, nascosta nel cortile di San Filippo, non ha praticamente lavorato. «Circa 400 pasti a pagamento nell’arco dei tre giorni, quando per ripagarci le spese (soprattutto per i tanti pasti forniti gratis ai figuranti) ce ne sarebbero voluti almeno un migliaio - sintetizzano dalla Pro Chieri, che l’ha gestita - Inoltre il pubblico che partecipa a una festa medievale è diverso da quello delle sagre, dove l’aspetto gastronomico è prevalente». Hanno invece lavorato bene i ristoranti della “chiocciola”: «Soprattutto la domenica - specifica Guido Vergnano, il cui esercizio si affaccia sul giardino della Consolata - Resta il fatto che in salita i chieresi non si muovono. Inoltre, la domenica, le poche bancarelle del mercatino sono scese a valle». La ragione la spiega Longo: «Causa maltempo qualcuno se n’è dovuto andare: per dare continuità al mercato abbiamo spostato in basso bancarelle che altrimenti sarebbero rimaste isolate». C’è poi la questione dell’“anima”. Ha senso una manifestazione che rievoca un generico medioevo del ’300, senza legarlo a un evento specifico, o che cambi ogni anno? «Il senso è in quella che noi chiamiamo “living history”, la storia vivente - risponde Longo - E’ come se lo spettatore tornasse indietro di 700 anni. Incontra personaggi che spiegano come si viveva a quel tempo, vede all’opera cavalli e uccelli rapaci, i bambini possono partecipare a laboratori di vario genere (che infatti hanno avuto molto successo) ». Data questa impostazione, e fatte le giuste recriminazioni sul maltempo, come valuta “èvalia” di quest’anno? «Decisamente positiva. Calcolo che, nelle tre giornate, ci siano state circa 30.000 presenze». Un giudizio cui si associa anche quello dell’assessore al commercio Luigi Sodano: «Dall’infopoint ci hanno segnalato tantissimi arrivi da fuori Chieri. E’ inoltre positivo il sempre maggiore coinvolgimento degli operatori locali». Questo accenno di Sodano porta l’attenzione su un’assenza e mezzo. Com’è possibile che, alla rievocazione medievale, non partecipino in forze i due gruppi in costume della città? Suona infatti male la giustificazione di “altri impegni”, dato che la data di “èvalia” si può decidere da un anno all’altro. Alla prossima edizione, perciò, accanto ai gruppi interessanti e seri arrivati quest’anno, insieme a una delegazione di Epinal (gli arcieri “Compagnons du chat bottè”), dovranno esserci anche la “Compagnia di Landolfo” di Alberto Scaglia, e in maggiori forze la “Compagnia dell’Orso nero" del medievalista Luca Maria Balli (che l’hanno scorso aveva fornito la consulenza storica a “èvalia”). Magari per aggiungere anche una sfilata diurna a quelle in notturna, magari al mattino, magari coinvolgendo anche i gruppi medievali dei dintorni. Magari...


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