mercoledì 7 maggio 2014

Oasi oppure canile abusivo?

Asl e Municipio vogliono chiudere “Il Nido di Barbara”. Per loro sarebbe un canile abusivo, realizzato in un’abitazione in strada Tetti Manera 9, ai Falcettini: «Non rispetta le norme igienico-sanitarie», si legge in un’ordinanza firmata da Andrea Verucchi, capo dell’ufficio tecnico comunale. Ma la padrona di casa, Barbara Cauda, ribatte: «Il mio non è un canile ma un’oasi in cui gli animali sono curati e stanno bene».

Le accuse degli enti pubblici risalgono al 13 marzo: il dipartimento veterinario dell’Asl To5 effettua una verifica dell’area insieme alla Guardia forestale. Trova 26 cani di razze e sessi diversi: 17 sono intestati a Cauda, 6 arrivano provengono da altre regioni o proprietari; 3 sono cuccioli di provenienza sconosciuta. All’esterno ci sono recinti e box dedicati al ricovero degli animali. Ma i controlli non riguardano solo la struttura: «Secondo la banca dati dell’anagrafe canina, nel 2013 risultano 26 passaggi di cani nella struttura. Su internet si legge che il Nido di Barbara svolge attività di pensione, ricovero e affido. Quindi è un canile, ma non autorizzato».

E, secondo veterinari e forestali, privo dei requisiti necessari. L’elenco delle mancanze è lungo: i luoghi in cui sono detenuti gli animali non sono facilmente lavabili e disinfettabili; non esistono canali di raccolta delle deiezioni e scarichi adeguati; non esiste un luogo dove tenere in osservazione gli animali provenienti da zone a rischio di malattie infettive; non c’è un locale per gli interventi veterinari; non è presente un deposito per gli alimenti né un controllo sulla possibile proliferazione dei topi; non sono state svolte le opportune verifiche, da parte dell’autorità competente, per stabilire se il luogo sia idoneo ad ospitare una industria insalubre; non ci sono controlli sullo smaltimento dei reflui.

Per tutti questi motivi, l’Asl ha chiesto l’intervento del Comune. L’ordinanza di Verucchi del 17 aprile, infatti, impone lo sgombero degli animali presenti in strada Tetti Manera 9. Cauda ha trenta giorni per eseguire:«Invece sono loro a dover ritirare il provvedimento. Altrimenti farò ricorso al Tar».

Poi ribatte punto su punto alle accuse degli enti pubblici: «Chiedo da anni al Comune di darmi l’autorizzazione: non è necessaria ma mi eviterebbe questi problemi. Perché ai Falcettini c’è semplicemente la mia abitazione. Infatti i cani sono intestati a me: ci sono numerose sentenze del Consiglio di Stato che non pongono limiti al numero di animali di affezione. A meno che non si tratti di un canile o di una pensione». 

E’ proprio ciò che sostengono anche Asl e Municipio. E lo confermerebbe anche il sito internet del Nido di Barbara: «No, facciamo solo da tramite per le adozioni. E non prendiamo cani di famiglie che vanno in vacanza: ce li lasciano solo in caso di emergenza».

Però l’abitazione non rispetterebbe i requisiti necessari per il ricovero degli animali: «Invece ho l’infermeria, il deposito per gli alimenti e il locale per gli animali malati: i veterinari non me li hanno chiesti».

Cauda si definisce soltanto un’amante dei cani che vuole solo fare del bene. Per questo è anche presidente di un’associazione animalista: «La mia è una missione. Mi occupo anche di cani picchiati e maltrattati, cui mi dedico per 24 ore al giorno: adesso, dopo tanta fatica, dovrei metterli in un canile? Qui sono più seguiti e liberi».

 


www.corrierechieri.it/art/Oasi oppure canile abusivo?

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