giovedì 26 agosto 2010

Regione: "Si torni alle urne"

«Ricontare le schede costa troppo? Allora annullate direttamente il voto e torniamo alle urne». Sabrina Molinar Min e gli altri avvocati del centrosinistra cambiano strategia. Gli scatoloni con le schede delle elezioni della scorsa primavera, infatti, sono ancora conservate nel magazzino di regione Fontaneto a Chieri, in attesa di essere riaperti per decidere le sorti dell’attuale presidente della Regione, Roberto Cota, dopo la sentenza del Tar, il tribunale amministrativo regionale, che ha deciso nel luglio scorso di far effettuare il riconteggio delle schede relative a formazioni minori sospettate di illeciti. Ma il tempo stringe: il Tar ha fissato come scadenza il 30 settembre e il riconteggio non è neppure iniziato, dato che nessun ente ne vuole pagare le spese. Così gli avvocati del centro-sinistra hanno deciso di cambiare strategia: Molinar Min, esperta di diritto amministrativo e consulente dell’Associazione Consumatori del Chierese, e gli altri legali si sono rivolti al Consiglio di Stato chiedendo di rivedere la decisione del Tar e annullare le elezioni senza passare dal riconteggio. Impresa difficile. Il tribunale regionale ha dichiarato illegittime le liste: “Al Centro con Scanderebech”, creata dal consigliere estromesso dall’Udc che però ha sfruttato la sua appartenenza al precedente gruppo consigliare per non presentare le firme dei cittadini; i Consumatori con Cota, “travestiti” da una lista che si era presentata nel 2005 e affiliata al Codacons. Bocciato, invece, il ricorso contro i “Verdi Verdi per Cota: il Tar li ha considerati ben distinguibili dalla storica lista dei “Verdi”. Ma i legali non si sono arresi e, in contemporanea al ricorso per annullare il voto, chiedono al Consiglio di Stato di rivedere anche questa decisione del Tar. Ma l’illegittimità delle liste finora non è stata considerata sufficiente per annullare tutta l’elezione. C’è da verificare infatti il peso dei partiti contestati: il riconteggio serve proprio per vedere quanti voti illegittimi sono andati solo alla lista e quanti anche al candidato presidente. “Al Centro con Scanderebech” e i “Consumatori con Cota” valgono in tutto 15 mila voti e Roberto Cota ha prevalso su Mercedes Bresso solo per 9 mila. Con la verifica delle schede gli scenari possibili sono due: se il voto di lista fosse incontestabilmente considerato valido sia per la lista che per il candidato presidente, sarebbe chiara la volontà dell’elettore di schierarsi con Cota. Tuttavia questa decisione non è così scontata vista proprio la dichiarazione di illegittimità di queste liste pro Cota definita dal Tar. Dunque, bisogna riaprire i 2300 scatoloni conservati nell’area industriale di Fontaneto, in via Caselle 2. Ma per sorvegliarli e trasportarli alla ex scuola Cervi delle Vallette, servono 180 mila euro. Da lì poi le schede dovrebbero essere divise per circoscrizione elettorale (in Piemonte sono otto) e, in base a ciò, trasferite ai tribunali sparsi per la regione. Qui ci saranno quaranta dipendenti del Ministero della Giustizia che si occuperanno di verificare le schede una per una. E il loro lavoro costa altri 168 mila euro, con la previsione di durata di almeno quattro mesi. Ma il Tar concede soltanto altri trenta giorni. Altro bel problema da risolvere, e alla svelta. Il presidente del Tribunale di Torino, Luciano Panzani, ha chiesto alla Regione di finanziare il lavoro, ottenendo un rifiuto, mentre attende ancora una risposta dal Ministero. La vicenda andrebbe troppo per le lunghe. Per questo i legali del centro-sinistra hanno deciso di attivarsi e provare ad aggirare l’ostacolo: il 17 agosto hanno presentato ricorso al Consiglio di Stato per modificare la decisione del Tar. La richiesta è di annullare direttamente le elezioni, senza attendere il riconteggio.


www.corrierechieri.it/art/Regione: "Si torni alle urne"

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